Votes taken by Travis Touchdown

  1. .
    Dopo tanto tempo tornano le lezioni di giapponese.

    Oggi parleremo del tempo.

    Inanzitutto, come si dice tempo?
    Gia qui bisogna fare un enorme distinzione tra tempo atmosferico e tempo, inteso come il tempo che passa.

    Il tempo è detto "jikan"

    Mentre il tempo atmosferico è detto "Tenki"

    Infatti le previsioni del tempo sono dette Tenke-yoho

    Ma vediamo, se vogliamo dire che oggi è nuvoloso?

    Kyode wa nigotte iru

    Con kiode indichiamo l'oggi, con wa(particella che abbiamo gia visto) indichiamo che l'oggi è il presente,
    Nigotte invece è nuvoloso.

    Quindi come si dirà oggi è soleggiato.

    In questo caso cambiera solo il tempo , che prima era nigotte(nuvoloso) ora ci bastera sostituirlo con harete(soleggiato).[SPOILER][/SPOILER]

    Kyode wa harete iru


    E se vogliamo parlare di ieri?
    Bastera mettere il verbo al passato è cambiare il soggetto(oggi) con kino(ieri)

    Kino wa kumotte ita

    In realtà cambia anche il tempo , infatti la forma passata di nigotte è kumotte.

    La stessa cosa sarà per il futuro

    Ashita wa kumori ni narimasu

    La forma futura di nigotte è kumori, mentre il soggetto è ashita(domani)

    La forma futura di harete è hare, mentre quella passata è harete.

    Naturalmente ci sono altri tempi(piovoso, nebbioso etc) ma io volevo spiegare la grammatica, per trovare gli altri basta un dizionario o un traduttore


    FINE.
  2. .
    La mia fiction. Spero piaccia.

    Nonostante fosse agosto, c'era un freddo pungente nel bosco in quella notte di luna piena. Era vestito leggero e gli sembrava che mille aghi gli pungessero la pelle.
    Non sapeva perché era uscito dalla sua abitazione per recarsi lì in quella notte d'estate. Era come se una forza oscura l'avesse strappato dai suoi sogni per portarlo lì, in quel piccolo laghetto illuminato dalla luce lunare. Senza pensarci si svestì, e si tuffo nella piccola pozza d'acqua.
    L'acqua era gelida, ma più calda di quello che si sarebbe aspettato e, pian piano, nuotando iniziava a scaldarsi.
    Si mise a nuotare a dorso e iniziò a pensare a ciò che era successo negli ultimi tempi: lui, ragazzo italiano, era finito a stare da sua zia paterna nella sua casa, in un bosco americano dell'Oregon, dopo che i suoi genitori erano morti tre mesi prima in un incidente d'auto, il giorno del suo compleanno.
    Lui si era salvato riportando la frattura di una vertebra, lo avevano operato, e adesso si ritrovava con una bella cicatrice a forma di x in fondo alla schiena, vicino all sedere. Invece i suoi, sui sedili anteriori del automobile, erano morti sul colpo. Non avrebbe mai dimenticato quel giorno, quel maledetto tir, che sbandando, si era portato via tutto il davanti della sua auto e tutto ciò a cui teneva. Ma non doveva commiserarsi, lui non aveva colpa, l'unica colpa era di quel maledetto conducente ubriaco. Uscì dal lago e si asciugò con un asciugamano che precedentemente si era portato dietro. Si stava vestendo, quando, a un certo punto, sentì un basso latrare, seguito da un ululato. Non sapeva se a Oregon ci fossero dei lupi, ma non voleva stare lì per scoprirlo. Quindi si mese la maglietta in fretta e si preparò ad allontanarsi. Ma proprio quando stava per avventurarsi sul sentiero boschivo sentì un ringhio, stavolta vicinissimo. Si girò, e vide un lupo di grossa stazza, che lo fissiva assettato di sangue, con i suoi denti affilati di un oscuro candore. Si mise a correre ma non fu abbastanza veloce. Il lupo lo morse a un fianco. Dopodiché, il buio.
    Luca si sveglio tutto sudato nel suo letto, con un fianco che faceva male e un brutto sogno ancora in mente.

    TO BE CONTINUED




    Si era appena svegliato nel suo letto, tutto sudato. Si alzò svogliatamente scalciando via le coperte. Andó in bagno, e si levó la t-shirt per lavarsi.
    Poi la vide: una grossa benda al fianco. Che non fosse stato solo un sogno?
    Pian piano si levò la medicazione, ma non vide niente, né un graffio, né una ferita, né una crosta.
    Non capiva cosa potesse essere successo.
    Sospiró pensando che tutto ciò fosse solo una cosa da ignorare.
    Poi si guardó allo specchio: si chiamava Jason Scaletta, era alto un metro e settantaquattro, aveva occhi marroni e capelli neri, non era bello, ma neanche brutto. Abbastanza robusto ma nel suo peso forma.
    Si lavó. Mentre era sotto la doccia si ricordò che giorno era: il primo giorno delle sue di scuola alla dalton school, una piccola scuola pubblica.
    Si vestì con una t-shirt, dei jeans, delle scarpe da ginnastica, e una bella giacca di pelle armani che apparteneva a suo padre.
    Scese dalle scale. La sua casa, ai limiti del paese, al inizio di un bosco, era strutturata a due piani, un piano terra e la mansarda, che poi era la sua stanza.
    Appena scese in cucina trovó sua zia che gli preparava la colazione.
    - Ciao jason. -
    - Ciao zia. -
    Si sedette al tavolo e guardo sua zia: era una bella donna, sulla quarantina, con gli occhi verdi, i capelli biondi e un seno prorompente.
    - Tieni ti ho fatto le uova col bacon. -
    Jason era grato a sua zia, che l'aveva accolto in casa sua a braccia aperte.
    In casa parlavano italiano nonostante ormai avesse imparato l'inglese molto bene.
    - Laura, - quello era il nome di sua zia, - io vado a scuola -
    - Ci vediamo a pranzo. -
    Uscì da casa e andò in garage.
    Appena era venuto in America aveva fatto la patente, visto che aveva diciassette anni, e sua zia gli aveva regalato una moto.
    L'accese e la strada semisterrata inizió a scorrere sotto i suoi piedi.
    Il paese aveva il nome di "Fairy forest".
    In un attimo prese la strada asfaltata e fu a scuola. Era un basso edificio grigio, molto anonimo.
    Era pronto ad iniziare il suo primo giorno di scuola.


    To be Continued

    Edited by Rory - 17/11/2013, 13:12
  3. .
    Dalla prossima lezione farò anche i vocaboli.
  4. .
    Questa è la prima lezione di un mio piccolo corso di Jappo.
    Partiamo delle basi. In giapponese ci sono tre alfabeti il kanji e i due kana, hiragana e katakana.
    I kanji sono gli ideogrammi che i giapponesi hanno rubato ai cinesi.
    L'hiragana è per le parole e la grammatica giapponesi. Il katakana viene usato per esprimere parole straniere, tipo parole in inglese.

    Impariamo ora i saluti.
    Il più semplice è "Konnichiwa" = ciao.
    Oppure "ohayou(gozaimasu)" = buongiorno. Perché gozaimasu va in parentesi? Perché puoi usarlo come non farlo. Infatti dire ohayou gozaimasu è più formale ed elegante che dire un semplice ohayou. La pronuncia è [ohaio gozaimas]
    C'è poi "konbanwa" che significa buona sera.
    E per ultimo ma non meno importante "oyasumi" cioè buona notte.


    Passiamo alla seconda parte della lezione. Cosa succede se incontraste una persona e vorreste presentarvi?
    Prima cosa, si dice: "Hajimemashte" che sta per "Molto lieto di conoscerla".

    Si dice poi "Watashi wa travis desu" che vuol dire "Io sono travis".

    Se vogliamo arricchire ancora la conversazione si può dire:
    Watashi wa italiajin desu. Che vuol dire "Io sono italiano".
    Infatti italiajin è formato da due kanji: Italia e jin. Jin sta per persona , quindi persona dell'Italia.

    Se vogliamo dire che siamo studenti si dice: "Watashi wa gakusei desu".
    Dove gakusei sta per studente.



    Ciao e alla prossima lezione.
    Ohayou gozaimasu!

    Edited by Rory - 10/1/2014, 17:38
4 replies since 1/4/2012
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